Si accendono i Fuochi Magici in Romagna
Mercoledì 2 marzo 2022 al Circolo Aurora in via Ghibuzza, 12 a Ravenna
La Biodiversità nell’alimentazione tradizionale degli ambienti rurali romagnoli
Ore 18,30 Chiaccherata con Roberto Giorgetti e Stefano Tellarini
Modera Mauro Zanarini
Ore 20,00 Rito del fuoco con aperitivo di benvenuto
Ore 20,30 Cena con le buone idee dalla tradizione alimentare contadina romagnola: le vie della longevità felice
Il Cibo
- Tagliere di salumi romagnoli bio senza conservanti
- Tagliatelle al ragù
- Polpette romagnole di recupero
- Ciambella e zuccherini romagnoli
Il Bere
- Bollicine Brut della Cantina di Cesena
- Sangiovese sfuso Podere La Berta
- Albana dolce sfusa da uve stramature
Costo: €. 35,00 compreso €. 5,00 per contributo attività Slow Food Ravenna
Info e prenotazioni:
335375212
maurozanarini@gmail.com
Ingresso riservato ai soci del Circolo AICS
Obbligatorio il Super Green Pass.
Chi non fosse socio può farlo la sera stessa. Sconto del 50% se ci si associa anche a Slow Food.
La biodiversità è parte integrante dell’alimentazione, della cucina e dello stile di vita contadina.
Non si tratta di una sola cucina romagnola ma di più cucine. Tra queste ci sono quelle di mare e di terra, della montagna e della bassa. Tra tutte queste a noi interessano solo i caratteri comuni di quelle più povere, rurali, di contadini, casanti e pescatori. Caratteristica principale della nostra cucina contadina romagnola tradizionale era quella di essere a base di pochi ingredienti che sono stati disponibili per secoli per tutti i romagnoli anche dei ceti più umili. Si trattava naturalmente quasi solo di prodotti locali. Anzi, meglio ancora, quasi solo frutto dell’attività produttiva della famiglia con pochissime integrazioni (olio, sale e poco altro). Si trattava quindi solo di prodotti di stagione perché, sino agli anni Cinquanta, non era diffuso in questi ambienti neanche il frigorifero.
Era quindi una dieta che cambiava adeguandosi alle stagioni. Le fonti di carboidrati erano paste, pani e patate, carboidrati alternativi alla farina di grano come polenta, miglio, mais, castagne e patate. Le fonti proteiche erano legumi secchi (ceci, fagioli dell’occhio, lenticchie, piselli, lupini, cicerchie e fave),uova, formaggi (casalino il misto di casa, il bassotto, la ricotta), piccole quantità di pesce conservato (aringa affumicata), carne di maiale conservata e salumi, animali di bassa corte (anatre, oche, galline, tacchine, conigli), frutta, verdure ed erbe selvatiche, pomodori e conserve, condimenti olio, lardo e strutto.
A Ravenna la cucina di mare ha sempre usato il prodotto disponibile offerto dal mare e dalle pialasse, pesci poveri ma gustosissimi: pesce azzurro (sardoncini, saraghina, acquadelle, cefali), l’anguilla assieme alla vongola verace protagoniste delle pialasse. Il pesce veniva proposto in diverse maniere: la classica rustida, il fritto, la marinatura, il brodetto.
Con i dolci non si usava zucchero raffinato e i dolcificanti tradizionali si limitavano al miele e alla saba. Il vino si beveva con moderazione, accompagnato all’acqua, vinelli e mezzi vini, il vino”fiore” era un prodotto di pregio.
La Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus è stata fondata da Slow Food Internazionale e da Slow Food Italia ed è l’organismo operativo per la tutela della biodiversità alimentare. Attiva in oltre 100 Paesi, la Fondazione coinvolge con i suoi progetti migliaia di piccoli produttori, garantendo loro assistenza tecnica, formazione e comunicazione. I progetti della Fondazione Slow Food sono strumenti per promuovere un modello di agricoltura, basato sulla biodiversità locale, sul rispetto del territorio e della cultura locale. Un’agricoltura in equilibrio con l’ambiente che ha come principali obiettivi la sovranità alimentare e l’accesso per tutte le comunità a un cibo buono, pulito e giusto.