L’obiettivo della campagna internazionale Food for Change di Slow Food è far crescere consapevolezza sulle cause del cambiamento climatico e mostrare come ogni azione può fare la differenza. Cambiando anche di poco le nostre abitudini alimentari possiamo andare verso quel modello di produzione alimentare che Slow Food supporta in tutto il mondo con oltre 10 mila progetti in tutto il mondo.
Cosa si può fare nel quotidiano per combattere il cambiamento climatico?
Se agiamo tutti insieme, come rete globale, possiamo orientare la produzione alimentare verso sistemi più sostenibili, riducendo i fattori che alterano il clima.
A volte sembra difficile, irraggiungibile, ma in realtà noi, come consumatori, abbiamo un potere enorme nelle nostre mani. Quando andiamo a fare la spesa, il cibo che acquistiamo è una scelta politica, una scelta che ricade sul nostro futuro e su quello die nostri figli, nipoti, parenti, amici e su tutti gli abitanti del pianeta. Le nostre scelte alimentari hanno un peso e un significato.
Vediamo insieme quali azioni puoi e possiamo intraprendere tutti i giorni:
QUANDO FAI LA SPESA
1. Fai una lista di ciò che ti serve ed evita acquisti impulsivi. Un terzo del cibo prodotto è sprecato: a tavola, a casa, nei campi, nelle mense scolastiche e aziendali, nella fase di distribuzione (merce in scadenza, prodotti invenduti o gettati prima ancora di essere venduti). 1,3 miliardi di tonnellate ogni anno: una quantità sufficiente a nutrire quattro volte gli 800 milioni di persone che soffrono la fame ed equivalente a 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra prodotte inutilmente. Verifichiamo la data di scadenza, non scegliamo confezioni troppo grandi, impariamo a gestire meglio gli alimenti, soprattutto se si tratta di cibi freschi e deperibili.
2. Cerca di variare i tuoi acquisti: la biodiversità è amica del clima. Il 75% dell’alimentazione mondiale, oggi, dipende da 12 specie vegetali e 5 animali. Frumento, riso e mais forniscono più del 60% delle calorie che consumiamo. La biodiversità è in pericolo e un sistema molto uniforme non sa adattarsi ai cambiamenti climatici. La diversità biologica è il fondamento della sicurezza alimentare: avere a disposizione molte varietà, ciascuna adatta a condizioni climatiche diverse, permette di adeguare la produzione in caso di cambiamenti climatici.
3. Non comprare seguendo valutazioni estetiche. Una carota storta oppure una mela di forma irregolare sono comunque sane e nutrienti, non cercare a ogni costo la perfezione estetica nel cibo.
4. Cerca cibo di stagione. I prodotti “fuori tempo” sono meno saporiti e mancano di quei nutrienti che solo la maturazione alla luce del sole garantisce. La stagionalità si riferisce principalmente a frutta e verdura, ma vale anche per i pesci, il cui consumo fuori stagione, cioè durante la fase riproduttiva, può causare squilibri negli ecosistemi marini.
5. Acquista cibo locale: è più fresco e ha viaggiato meno. Molti alimenti sono prodotti lontano da noi: più chilometri percorrono più aumenta l’inquinamento. Richiedono più carburante ed energia per la refrigerazione e il confezionamento. Nei paesi occidentali un pasto percorre mediamente 1.900 chilometri per arrivare sulle tavole! Scegliere prodotti locali significa accorciare la catena distributiva e mangiare cibi più nutrienti. Inoltre, comprare direttamente in azienda significa conoscere il territorio e i suoi protagonisti.
6. Preferisci il cibo sfuso o imballato in materiali riciclati. I cibi confenzionati e precotti sono preparati spesso con ingredienti provenienti da coltivazioni intensive, materie prime che hanno percorso migliaia di chilometri per essere lavorate poi con processi industriali. Gli imballaggi sono fatti di materiali non sostenibili e di difficile smaltimento.
7. Preferisci cibi provenienti da coltivazioni sostenibili. Il sistema alimentare dominante punta alla resa e al profitto, si basa su monocolture, allevamenti intensivi, uso massiccio di chimica e combustibili fossili; ha conseguenze pesanti in termini di emissioni di CO2 ed è causa di perdita di biodiversità, degrado dei suoli, inquinamento. L’agricoltura sostenibile non impiega fertilizzanti chimici e pesticidi dannosi, ricorre dove può a fonti rinnovabili, evita monoculture e lavorazioni intensive, segue il ritmo delle stagioni, rispetta il benessere degli animali.
IN CUCINA
8. Fai attenzione a ciò che hai nel frigorifero: non è un sarcofago, ciò che conserva va consumato in tempi brevi!
9. Ricicla di più e spreca di meno: gestisci meglio il cibo che hai acquistato. Riutilizza gli avanzi dei precedenti piatti cucinandoli in modo fantasioso.
10. Attento agli scarti vegetali: spesso bucce e gambi contengono importanti elementi nutritivi. Un frullatore può fare miracoli!
11. Conserva bene il tuo cibo: scatole, vasi e barattoli a tenuta stagna o congelatore possono aumentarne la durata.
12. Attenzione alla data di scadenza: “consumare preferibilmente entro..” non significa che il cibo è da buttare il giorno dopo.
13. Fai il compost: separa sempre i residui organici dagli altri rifiuti e se hai un giardino o orto (anche minuscolo!), fai da te il compostaggio, altrimenti conferiscili alla raccolta differenziata.
14. Cucina di più e prepara i tuoi alimenti: i benefici verso te stesso e l’ambiente sono più grandi di quanto pensi.
15. Rispetta ogni goccia d’acqua e moderane il consumo! Lava le verdure e la frutta a bagno nel bicarbonato e non sotto l’acqua corrente. Limita l’uso delle bottiglie in PET: per produrre la bottiglia si consuma quasi la metà dell’acqua che contiene. Se fai l’orto, raccogli l’acqua piovana e utilizzala per irrigare.
IN TAVOLA
16. Mangia meno carne e sceglila di migliore qualità: la produzione di carne è quella con il maggiore impatto sul clima e sull’ambiente Se ogni famiglia ne comprasse il 30% in meno e solo da allevamenti estensivi e locali ridurrebbe le sue emissioni di circa 1000 chili di CO2 l’anno. A un adulto ne basta mezzo kg a settimana, carni bianche e salumi inclusi. Non dimentichiamo le frattaglie e tagli meno noti: sono facili da cucinare, più economici e buoni. E poi… se tutti mangiassimo solo filetto, il resto dell’animale che fine farebbe?
17. Anche il pesce può venire da allevamenti intensivi, evitali. Non solo la carne può provenire da animale allevati intensivamente. Anche i gamberi tropicali, il salmone o il pangasio sono allevati in gabbioni sovraffollati, trattati con antibiotici e nutriti con mangimi. Allevamenti altamente inquinanti che producono un cibo insalubre.
18. Confrontati con le altre persone su questi argomenti e diffondi la campagna Food for Change !
Vedi? È più semplice di quanto sembri e i benefici sono enormi!
Vuoi approfondire? Consulta le nostre Guide al Consumo Consapevole!
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