Un sito fra i più ricchi di biodiversità del litorale, non solo ravennate. Un sito da valorizzare.

Un sito fra i più ricchi di biodiversità del litorale, non solo ravennate. Un sito da valorizzare.

L’occasione è quella della conferenza voluta e organizzata da FAI Ravenna e Slow Food Ravenna sul tema “gli habitat litoranei di Ortazzo e Ortazzino, un patrimonio di biodiversità da tutelare”

Il prof. Nicola Merloni di biodiversità se ne intende, e spiega che la si può  “misurare” rilevando il numero di “habitat” presenti in ognuno degli 11 siti della rete natura 2000 presenti nella fascia costiera ravennate.

“Dei 28 Habitat totali recensiti, ben 21 sono presenti nel sito Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano”, afferma il prof. Nicola Merloni. “Anzi 22” precisa poi, con precisione accademica, aggiornando la slide che riporta le tipologie di habitat presenti in ognuno degli 11 siti.

Una quantità inferiore solo a quelli presenti nel sito di Bellocchio: ma lì ci sono i militari a proteggere le dune impedendo l’ingresso di visitatori indesiderati oltre che di costruttori e bagnini.

Anche il sito di cui si parla qui oggi ha beneficiato di condizioni privilegiate. L’interruzione, e il blocco successivo, degli interventi di urbanizzazione e di realizzazione di un porto turistico ha limitato infatti la presenza umana per decenni.

Ecco quindi che la natura ha ripreso il suo corso, riprendendosi aree che sembravano vocate alla speculazione edilizia e che invece, oggi, contribuiscono ad incrementare il valore ambientale di questo territorio.

Il relatore ha offerto ai numerosi e attenti presenti interessanti informazioni sulla flora presente nei diversi habitat e sulle strategie che la natura adotta per adeguarsi ai cambiamenti e sopravvivere in una ambiente “estremo” come quello litoraneo, per salinità, temperature estive e venti.

     

Una relazione, quindi, ricca di documentazione scientifica che, inevitabilmente si è conclusa con la opportunità di confermare le scelte di salvaguardia adottate per l’Ortazzo e l’Ortazzino.

E il consenso è stato generalizzato, la sala ancora una volta piena, gli applausi, al termine, eloquenti.

Un risultato che conforta FAI e Slow Food Ravenna nell’impegno a proseguire su questa strada.